Per gli abitanti di Scalea è la "Chiesa di sopra", perchè il suo campanile svetta sulla cima del centro storico. Secondo diversi storici fu costruita per volontà dei monaci Basiliani nel VIII secolo e fu sede episcopale, da cui il nome Chiesa di Santa Maria d'Episcopio. Nel periodo di dominazione normanna fu ampliata ed affidata ai Benedettini di Cava dei Tirreni, perché con l'avvento dei Normanni le chiese di rito bizantino dovettero latinizzarsi. Nella metà del XVI secolo subì il saccheggio da parte dei pirati saraceni guidati dal sanguinario ammiraglio ottomano Dragut. L'interno è decorato con pregevoli stucchi barocchi impreziosito da un grande finestrone arabo-normanno, sono presenti sculture e statue lignee di arte meridionale, la tela dell'Annunciazione attribuita alla scuola di Solimena e la tela seicentesca della Circoncisione di Paolo de Matteis. Per molti scaleoti è la Chiesa della Madonna del Carmine, qui è conservata la statua della Beata Vergine del Carmelo, patrona e protettrice della città, festeggiata il 16 luglio. Vestita alla carmelitana, con una corona d'oro sul capo ed un manto stellato, la statua troneggia nella nicchia sovrastante i gradini dell’altare.